Alcuni giovani/studenti/accolti diversamente abili si trovano a dovere affrontare episodi di emarginazione o discriminazione nei loro confronti da parte dei loro coetanei.
Risposte possibili:
Reazioni negative verso la “diversità” possono manifestarsi anche nei confronti dei soggetti diversamente abili, a scuola come in altri ambienti. Che si tratti di una tacita emarginazione dell’altro o di una vera e propria intolleranza – finanche ad arrivare a episodi di discriminazione –è importante affrontare la situazione con le ragazze e i ragazzi coinvolti fin dall’emergere dei primi segnali o di situazioni che potrebbero definirsi “al limite”. In questo modo, affrontando la questione tempestivamente, è possibile evitare – o quantomeno ridurre il rischio – che la situazione possa aggravarsi e raggiungere lo stadio del bullismo o della violenza fisica.
Sul versante delle situazioni limite, sono stati segnalati casi in cui atteggiamenti di emarginazione o di discriminazione vengono attuati nei confronti di giovani/studenti/accolti che non hanno una disabilità certificata eppure vivono problemi di grande fragilità emotiva e psicologica che complica la loro relazione con gli altri. In molti casi sono state segnalate ostilità nei loro confronti a livello verbale. In queste situazioni, uno strumento utile di primo intervento è dato dal costruire con il gruppo un manifesto delle parole ostili.[1] Coinvolgere le ragazze e i ragazzi nel costruire un elenco di parole che non vorrebbero mai sentirsi attribuire aiuta a riflettere sull’utilizzo del linguaggio nei confronti degli altri.
[1] A questo proposito, è possibile consultare le risorse messe a disposizione dal progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole denominato “Parole ostili”, raggiungibile al seguente sito internet: https://paroleostili.it/.
Sono stati segnalati casi di atteggiamenti ostili nei confronti di ragazze e ragazzi con un disturbo dello spettro autistico (DSA). Si tratta di individui che hanno una scarsa capacità di gestire le situazioni di stress e che possono scaricare le proprie ansie in modalità a volte imprevedibili. Ciò comporta che, in alcuni casi, i compagni di classe o di gruppo del soggetto autistico si sentano spaesati o abbiano, a loro volta, reazioni inappropriate che possono anche essere dettate da paura o incomprensioni. In queste situazioni, l’intervento educativo scolastico è cruciale: informare i compagni e gli amici delle caratteristiche di tale disturbo coinvolgendoli in attività di interazione con il soggetto interessato è un primo passo importante da compiere per dissipare dubbi e paure. L’insegnante di sostegno, in particolare, ha un ruolo fondamentale nel promuovere la socializzazione, l’inclusione e l’integrazione del soggetto fragile. Dove necessario, è possibile valutare anche l’inserimento di figure professionali specialiste esterne per affrontare al meglio la crescita delle ragazze o dei ragazzi con DSA all’interno di un gruppo o in una classe accogliente.
Tra i casi segnalati rientrano quelli di atteggiamenti discriminatori nei confronti di ragazze o ragazzi con sindrome di Asperger (SA), specialmente durante le ore di educazione fisica. A questo proposito, è utile informare i compagni di gruppo o di classe del soggetto interessato in merito ad alcune linee guida sulle migliori modalità di interazione con soggetti portatori di SA. Molto spesso, atteggiamenti ostili sono guidati dalla non conoscenza della sindrome. L’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici ha tradotto in italiano, da un articolo francese, 16 consigli per chi si rapporta con un soggetto SA.[1] È utile consultare tali suggerimenti collegandosi alla Url presente nella nota a piè di pagina n. 13 e discuterne con i compagni di gruppo o di classe del soggetto SA.
[1] ANGSA Onlus, Autismo: 16 consigli per le persone con un’amica/o Asperger, 2018, http://angsa.it/2018/02/10/autismo-16-consigli-per-le-persone-con-un-amica-o-asperger/
Nel contesto scolastico, a fronte di una situazione come quella in oggetto, è importante che si operi in sinergia tra i vari docenti, anche in pluriclasse, al fine di discutere con studentesse e studenti questi temi in un’ottica di nuove opportunità di reciproca crescita, amplificando la propria e altrui visione del mondo. Al tempo stesso, risulta fondamentale coinvolgere gli opportuni stakeholder, a partire dall’interazione con l’Azienda Sanitaria Locale, in riferimento a fattive collaborazioni con psicoterapeuti o psichiatri al bisogno.
Infine, è utile ricordare che i regolamenti scolastici possono costituire un sostegno nell’affrontare tematiche come quella in oggetto in modo da poterne discutere con gli studenti dopo averne loro fornito copia integrale o copia delle parti e delle sezioni riferibili al tema di discussione.
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